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NOMADI E MERCANTI

Lungo la Via delle Oasi

Giancarlo Ligabue e Gabriele Rossi-Osmida

1. Oasi dislocata lungo la Linea dei palmeti sulla pista per Bam (Iran). (Arch. Centro Studi Ricerche Ligabue); ibid., pg 10.
1. Oasi dislocata lungo la Linea dei palmeti sulla pista per Bam (Iran). (Arch. Centro Studi Ricerche Ligabue); ibid., pg 10.

Dal Punto di vista geografico, l'oasi è un "area puntiforme in cui la presenza di acqua possibili l'insediamento umano e le coltivazioni, in un ambiente per il resto desertico" (C. CERRETI: 2007) (1); e questo prescindendo dal contesto in cui l'oasi insiste, ossia se questa sia circondata da deserti di sabbia, da aride montagne o da steppe.

Il vasto territorio che ospitò le prime civiltà dell'Oriente Antico, eccezion fatta per il corso del Tigri e dell'Eufrate e per la bassa regione del delta, è appunto caratterizzato da un ambiente desertico occasionalmente punteggiato da oasi. Un esempio tipico è offerto dall'osservazione dell'area iraniana e del Turkmenistan meridionale dove le acque scaricate dai versanti montuosi vengono assorbite dai deserti limitrofi (=sistema endoreico) dando origine a delle oasi che, mentre in Iran sono dislocate lungo la cosiddetta 'linea delle palme da dattero', in Turkmenistan o si trovano lungo la pedemontana dei Kopet Dag o lungo i sistemi fossili dei fiumi Tedjen (oasi di Geoksyur) e Murghab (Oasi della Margiana). Quadro che si continua nell'Asia Centrale con le oasi di Zamam Baba in Uzbekistan e della Battriana i Afghanistan, opportunamente evidenziate da Hiebert nel suo studio sulle interazioni culturali del BMAC (1900-1750 a.C.) dove rileva gli interscambi e la presenza di vie di collegamento tra queste oasi e che noi qui estendiamo fino al'Oceano Indiano, al Golfo Persico e al Mediterraneo.

La grande avventura lungo la Via delle Oasi ebbe inizio verso la fine del IV millennio - inizi del III per iniziativa di popoli mesepotamici, sumeri in particolare, che la mantennero attiva assieme ad Elamiti ed Assiri fino alla fine del II millennio.

La civiltà sumera si sviluppa in un ambiente decisamente agricolo caratterizzato dai sedimenti limosi del delta che assicuravano abbondanti raccolti. Si attivò cosi una ben nota sequenza evolutiva comune a molte altre civiltà (incremento demografico > maggior forza lavorativa > maggior produzione > creazione del surplus produttivo > nascita di una classe dirigente > esportazione del surplus > realizzazione di ricchezza) che trasformerà questo popolo di agricoltori in commercianti e artigiani.

Scrive Agnès Benoit: "Se il paese di Sumer era ricco grazie alla produzione agricola e ella sua organizzazione, era però povero in materie prime e in prodotti esotici indispensabili per l'affermazione del prestigio della sua classe dirigente" (BENOIT: 2003, pag. 79).

Conseguentemente  i Sumeri avrebbero dovuto rifornirsi lontano dalla Mesepotamia ma, essendo fortemente legati alla terra, per sviluppare un commercio a lunga distanza necessitavano di una organizzazione distributiva e amministrativa ancora tutta da inventare. 


(1) Non essendo la definizione di "deserto" né univoca né stringente, si precisa che qui si è preferito adottare quella scelta dalla geografia antropica secondo cui desertico è un ambiente dove la vegetazione è scarsa al punto da non poter sostenere una catena alimentare complessa quale quella che necessita alla vita dell'uomo.

 

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